Tra le tante difficoltà e disagi che una ragazza transex non-op deve affrontare, è incredibile dover scoprire che un ulteriore disagio nei suoi confronti possa venir generato proprio dalla comunità transgender / transessuale. Perciò ho deciso di scrivere qualcosa su questo spinoso tema riguardo la condizione di transessuale non-op, dopo i recenti episodi accaduti ad una mia cara amica trans, fermamente non-op da tempo. Oltretutto è un tema sempre stereotipato e controverso non solo all’estero, ma anche di più forse, proprio qui in Italia.
Naturalmente non sono così stupido da generalizzare, dando ad intendere che tutte le persone e situazioni all’interno della comunità LGBT sono esclusivamente come le descrivo in questo articolo. La mia è un analisi personale basata su riscontri oggettivi e soggettivi.
Inizio innanzitutto con una premessa che sta alla base di questo articolo, la questione sul cambio di sesso e come influenza la vita non solo delle persone trans, ma anche delle loro relazioni sentimentali con gli uomini.
Le condizioni in Italia per il cambio di sesso
Inizio col dire che amo innanzitutto il senso di solidarietà reciproca che, in genere lega le ragazze transessuali l’una verso l’altra. Purtroppo però, le obsolete e inadeguate leggi italiane non riconoscono ancora l’identità di genere. Quindi, per coloro che non si sono sottoposte all’operazione per cambiare sesso, SRS (sex reassignment surgery, operazione cambio di sesso in inglese ) non sono riconosciute legalmente come donne. L’unica alternativa praticabile, senza ricorrere alla vagino plastica, è una seconda pratica mutilato-ria che descrivo brevemente a metà di questo articolo, l’orchiectomia bilaterale.
Le correnti leggi Italiane per il cambio di sesso anagrafico, prevedono nella maggior parte dei casi la riassegnazione del sesso anagrafico (nei documenti) solo dopo essersi sottoposti all’operazione chirurgica. Ad oggi in Italia, solo 4 volte è stato concesso negli ultimi 30 anni il “privilegio” di ottenere il cambio di sesso all’anagrafe senza sottoporsi all’operazione chirurgica. Mentre in altri paesi del mondo è già possibile ottenerlo senza costringere le persone a sottoporsi a questo intervento.
Per ulteriori approfondimenti potete leggere a questa pagina il DECRETO LEGISLATIVO 1 settembre 2011, n. 150
In che modi influenza la condizione di trans pre-op o non-op in Italia?
Le correnti leggi spesso influenzano pesantemente l’armonia e la libertà di espressione all’interno delle comunità transessuali, generando depressione e conflitti tra le ragazze. Questo lo possiamo riscontrare sopratutto nei forum transgender dei social media. Nei forum che in genere trattano questioni medico legali dove l’argomento principale è transizione ( cure ormonali, ossia terapia ormonale sostitutiva ) e cambio di sesso chirurgico. Ma non solo, si propaga forse in modo più gravoso e virale nei gruppi trans a tema più spensierato, come relazioni d’amore e così via.
Transessuale Non-op cosa significa veramente ?
Il Termine donna transessuale non-op ( inteso per Male To Female nel tema in oggetto) compare quando una ragazza transex non ha alcun piano di liberarsi dei genitali maschili nativi. Quindi, non operarsi. Perciò una ragazza non-op, è una persona che non prova disagio con i proprio genitali maschili. Al contrario, le transessuali pre-op intendono operarsi per la ragione opposta.
Transex non-op in Italia
Le ragazze trans mtf, sia in Italia che in gran parte nel resto del mondo, lottano quotidianamente per ottenere i loro diritti in quanto donne nella società. Questo desiderio legittimo però, fa comparire una situazione allarmante, sopratutto nelle comunità dei social media su internet.
Dichiarare apertamente di essere una transessuale non-op, in particolare nelle comunità trans Italiane, è considerata una condizione di inferiorità. Per meglio dire, equivale ad essere in qualche modo “meno donna” se non desideri operarti per avere la vagina come una donna genetica. E per quanto possa sembrare incredibile, di fatto nel 2014, questa è una delle discriminazioni prodotte dal modo in cui sono regolamentati i diritti LGBT nel nostro paese ( per lo meno suppongo sia questa la principale ragione ). (update 2015)
Di conseguenza, una ragazza che non si sente a disagio coni propri genitali, e desidera dichiararlo apertamente, si trova a dover impiegare un certo coraggio nel farlo. Sopratutto quando sai che risuoneresti come una nota fuori dal coro. Un po come fare coming out dichiarando di essere Lesbo o Gay in mezzo ad un gruppo di persone etero prevenute.
Immaginatevi per un momento di fare questo in mezzo a persone LGBT ? Che si presuppone siano le più comprensive e solidali nei vostri confronti ? Immaginatevi di vederle assumere gli stessi atteggiamenti della gente omofoba ed ignorante che tanto vi discrimina? Come vi fa sentire? Certo, non tutte le persone sono così oneste da ammettere apertamente ciò che pensano, ma purtroppo è così, e questo atteggiamento emerge quando si dibatte sul tema. Sopratutto quando si tratta di relazioni tra uomini e ragazze transex.
Transex : Identità di genere, la sfida di questa decade
E’ davvero triste per me doverlo dire… Ma sta accadendo realmente… E tutto questo è causato principalmente dal fatto che una transessuale per essere riconosciuta come donna al giorno d’oggi, deve tassativamente sottoporsi al cambio di sesso chirurgico. Tutto questo dopo aver già impiegato notevoli sforzi per allineare l’aspetto fisico con l’identità di genere in cui si identifica. Questo ancora non basta secondo lo stato Italiano. Queste leggi IMPONGONO di MUTILARE il proprio corpo, rimuovendo un organo SANO o parti sane, per ottenere un diritto civile, che compare solo su un misero pezzo di carta. Io non trovo sia giusto, ritengo disumana questa vecchia pratica e legge, è di certo inadeguata nel 2014.
Ritengo inoltre disumano imporre ad una persona che è già soddisfatta del proprio cambiamento, orgogliosa e in pace con la sua natura umana di donna transex. Il vecchio slogan per i diritti GAY era ed è ancora oggi “orgoglio gay”. Questo orgoglio dovrebbe divenire lo slogan anche da parte delle comunità transgender che lottano per i diritti transessuali.
Putroppo la situazione è molto più allarmante di quanto non vorremmo credere… Ecco cosa accade all’interno deila comunità transessuale.
Le Transelle – neologismi e discriminazioni nella comunità transgender
A maggior sostegno e prova di quanto scritto fin ora, vi presento una nuovo termine coniato in questi tempi in ITALIA, le transelle . Termine dispregiativo, riferito alle transex non-op, le quali vengono anche dette “ragazze fortunate” perché non dovranno sottoporsi alla pesante operazione per il cambio di sesso in futuro. Risparmiandosi così pesanti dolori fisici post operatori, traumi, denaro e altro. Tutto questo assume ancora una volta un atteggiamento non solo discriminatorio nei confronti delle trans non-op, ma anche di inferiorità rispetto alle pre-op.
Il termine ” transella ” crea un senso di delegittimazione come donna, e spesso viene associato alle così dette trans facili, o coloro che si prostituiscono. Si generalizza e delegittima per il fatto che, rispetto a coloro che desiderano operarsi, le trans non-op non avranno mai una vagina come le donne genetiche, e perciò meno donne ? Ma chi stabilisce questo ?
Stereotipi e luoghi comuni?
Questi luoghi comuni, identificano le donne trans non operate come presunte o probabili prostitute quindi. Questo è un dato falso, molte ragazze non-op non sono in questa condizione per convenienza, o per soddisfare i desideri del proprio partner, ma bensì, come già spiegato ampiamente, perché sono a proprio agio nella loro condizione di transessuale. Sono anche orgogliose, e non desiderando ulteriori adattamenti fisici / cosmetici per allineare la loro identità di genere di donna.
Questa convinzione sta danneggiando ed influenzando gravemente il libero arbitrio delle ragazze transessuali. Anche in questo caso, non vi è dubbio che tutto ciò è una conseguenza delle leggi inadeguate che regolano il cambio di sesso anagrafico in gran parte.
I compromessi per essere riconosciuta come donna in Italia
Secondo me, le ragazze non-op sono egualmente donne quanto le pre-op e post-op, e dimostrano di essere altrettanto forti e coraggiose nel sopportare tutte le difficoltà che questa condizione implica. Ovvero mantenere per tutto l’arco della propria vita i loro genitali, con tutto ciò che consegue in una società ancora intollerante e discriminante delle diversità. Una condizione che ti priva di ottenere lo status di donna all’anagrafe, a causa di un paese che non riconosce l’identità di genere legalmente senza mutilare un corpo SANO.
L’unica alternativa al cambio sesso con vagino plastica, come compromesso previsto per chi intende operarsi parzialmente è la orchiectomia bilaterale, operazione che consente di ottenere il cambio anagrafico da M a F con l’asportazione dei testicoli. Anche in questo caso, ancora si presentano fenomeni discriminatori, quando questa condizione è NOTA pubblicamente.
Minaccia al libero arbitrio , operarsi o no ?
Non è certo da escludere che alcune ragazze possano essere influenzate negativamente da tutto questo nelle loro decisioni. Molte ragazze transessuali, probabilmente potrebbero preferire di porre fine a tutte le discriminazioni future, nascondendosi una volta operate dietro un documento che occulta per sempre la natura biologica di origine. Sì, vi sono anche queste ragioni. E’ triste ma accade anche questo, alcune persone che magari non sentono il bisogno di completare il percorso di riassegnazione del sesso compiendo un passo definitivo senza vie di ritorno, per porre fine a tutti gli episodi discriminatori che la condizione transessuale presenta ancora ai nostri tempi.
Il Terzo Genere campagna di emancipazione transgender in Asia
In questi anni è in corso in diversi paesi dell’Asia una campagna di emancipazione. La richiesta di riconoscimento dell’identità di genere in termini legali. Nata dalla categorizzazione della famosa condizione del ” terzo genere ” o ” terzo sesso ” presente nella cultura Asiatica. Una condizione di tolleranza e rispetto dei diversi orientamenti sessuali e identità di genere, che sostiene l’auto accettarsi come donna transessuale. Mettendo in primo piano un senso collettivo di orgoglio, lo stesso orgoglio che la comunità GAY difende ed esibisce da anni per far valere i propri diritti.
Questo diritto civile, consente di vivere la propria vita senza dover mutilare il proprio corpo con l’operazione di cambio di sesso solo perché la legge lo impone. Senza farsi influenzare da opinioni non proprie, e decidere diversamente magari solo per sentirsi accettati all’interno della comunità transex e meglio legittimarsi come donna.
Il peso dell’opinione religiosa in Italia e la comunità transex – le grandi contraddizioni
Non so dire quanto sia praticale in Italia questa cultura di tolleranza relativa al “terzo sesso”. L’opinione della chiesa e le questioni socio religiose ancora giocano a sfavore. Nel caso dei paesi Buddisti, la religione professa ed educa la popolazione credente al rispetto di ogni forma di vita. E’ evidente che non vi sia una manipolazione da parte delle istituzioni religiose quanto qui in Italia.
Se ci pensiamo bene infatti, i testi religiosi Cristiani, vengono arbitrariamente reinterpretati dalla curia in modo molto controverso. E sappiamo bene quanto influenzino ciò che è socialmente accettabile o meno.
Ma se andiamo a leggere parte dei testi evangelici Cristiani, possiamo osservare che non predicano il non essere GAY o LGBT. Tutto ciò che va contro questo, è solo una manipolazione dei testi religiosi da parte dell’istituzione ecclesiastica, la Chiesa. Per quali ragioni? Se prendiamo anche i comandamenti biblici, CIT:
Ama il tuo prossimo come te stesso
Oppure una citazione del compianto Papa Giovanni Paolo secondo:
La religione Cristiana è la religione dell’amore
Quindi, la regola del buon senso mi dice di amare il mio prossimo, perciò rispettarlo e trattarlo come mio pari. Questa però è ancora la grande contraddizione della chiesa quotidiana, che non sostiene i diritti LGBT con coerenza.
Conclusioni
Giunti alla fine di questo articolo, possiamo assumere che, dichiarare di volersi liberare dei genitali maschili nativi, dipinge le ragazze pre-op come le più coraggiose, determinate, forti, creando questo senso di superiorità nei confronti di chi riesce a convivere ed accettarsi con i propri genitali come le transgender non-op. Ma è proprio così ?
Il mio punto di vista è diverso. Secondo me, entrambe le scelte / decisioni sono coraggiose nella società del giorno d’oggi, sopratutto quella Italiana.
Io sono convinto al contrario, che la condizione di trans non operata, richiede di essere molto più forte in molti aspetti. Accettare di vivere la propria vita confrontandosi con tutti i disagi e sfide che questa “scelta(?)” comporta, non è di certo facile. Inoltre, dimostrano un migliore equilibrio ed auto accettazione.
Purtroppo è così, per chi sceglie di non operarsi, o semplicemente non prova disagio con i propri genitali nativi, continuerà a subire discriminazioni ogni volta che dovrà esibire i propri documenti, anche se l’aspetto esteriore ed i modi sono inequivocabilmente femminili.
Sono necessari cambiamenti che da troppo tempo sono insabbiati nelle stanze del potere. Ci sono persone che potrebbero non essere fisicamente idonee alle pratiche chirurgiche per ottenere il cambio dei documenti, di conseguenza costrette a subire discriminazioni a vita.
Allora è giusto ? Io non credo.
Come non è giusto che una persona si senta in qualche modo costretta ad amputare una parte SANA del proprio corpo per venir rispettata ed accettata nella società. Solo perché due righe su un documento smentiscono la sua identità di genere? Tutto questo continua ad accadere dopo anni di transizione ormonale ed interventi cosmetici per allineare il proprio corpo. Io credo che queste ragazze soffrano già abbastanza.